Canoni concordati (Patti territoriali)

Contratto di affitto in cui il canone mensile non è libero, ma stabilito in base a specifici “accordi territoriali” che coinvolgono i Comuni, le organizzazioni di inquilini e di proprietari e il Ministero dei Lavori Pubblici. Nel Comune di Venezia tale accordo è stato rinnovato il 28 marzo 2018. In generale, questi contratti sono vantaggiosi sia per l’inquilino poiché il canone è inferiore al prezzo di mercato, sia per il proprietario che gode di alcune agevolazioni fiscali. (link: https://www.comune.venezia.it/content/patti-territoriali text: https://www.comune.venezia.it/content/patti-territoriali )

Città storica

I sestieri veneziani inclusa l'isola della Giudecca.

Città insulare

La città storica + l'estuario e le isole minori.

Terraferma

Il territorio non insulare del Comune di Venezia.

Comuni ad alta tensione abitativa

Sono una serie di comuni, individuati per legge e in base a delibere del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), nei quali è presente un forte disagio abitativo. Tra i Comuni ad alta tensione abitativa vi sono tutte le maggiori città italiane e i capoluoghi di provincia. Proprio in ragione del disagio abitativo, si prevede che ai proprietari che concludono contratti di locazione a canone agevolato o concordato siano concessi significativi benefici fiscali (cedolare secca al 10%).

E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica)

È costituita da alloggi il cui canone di locazione è commisurato al reddito delle famiglie locatarie. Vi si accede tramite bando comunale che ne identifica i criteri di accesso e relativa graduatoria. La proprietà di tali alloggi è di Enti o Amministrazioni pubbliche mentre la gestione può essere affidata a soggetti terzi.

I.P.A.V. – Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane

Tra gli enti socio-assistenziali rivolti alla persona più importanti del Veneto. Gestisce strutture socio-sanitarie, residenziali, centri servizi rivolti ad anziani, di riabilitazione, comunità alloggio per ragazzi e ragazze con difficoltà famigliari e di disagio giovanile, ecc. I.P.A.V. è proprietaria di un ingente patrimonio disponibile, derivante da lasciti e donazioni, costituito da 587 immobili a destinazione abitativa e 211 con destinazione diversa (negozi, alberghi, magazzini, …) localizzati in massima parte nella Città Storica di Venezia. Questi immobili sono locati con contratti del tipo libero o conformi agli accordi territoriali. Le nuove assegnazione di abitazioni sfitte sono decise attraverso gara a base d’asta al massimo rialzo. La redditività lorda degli immobili del patrimonio disponibile di I.P.A.V. è pari complessivamente a circa dieci milioni di euro annui (dato aggiornato al 2021).

ISEE-ERP

Indicatore della Situazione Economica Equivalente per l’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP): introdotto da legge regionale determina l’accesso, la permanenza e il calcolo dei canoni di locazione degli alloggi ERP.

Legge speciale per Venezia

Con questo termine si indica, in modo generico, un complesso di interventi legislativi “speciali” che, a seguito dell’alluvione del 1966, sono stati approvati nel tempo con il fine di perseguire la salvaguardia fisica, ambientale e socio-economica della città. Per quanto concerne la casa e la residenzialità, è particolarmente rilevante la legge n. 798/1984 (seconda legge speciale dopo la prima del 1973) che introduce importanti investimenti per l’edilizia residenziale e contributi ai privati per il risanamento di immobili di proprietà, con destinazione abitativa vincolata per alcuni anni.

Locazioni brevi turistiche

Sono una tipologia di contratto di locazione di immobile ad uso abitativo che coniuga lo scopo turistico (l’abitazione cioè non viene affittata per risiederci stabilmente) con la brevità della relativa durata (almeno inferiore a 30 giorni, ma spesso limitata a pochi giorni). Si tratta della tipologia contrattuale più frequente con la quale le case a Venezia sono affittate ai turisti. La sua grande diffusione è legata all’avvento delle piattaforme di home-sharing; la più nota fra queste è Airbnb (nata nel 2008). Non essendo una tipologia ricettiva vera e propria, le locazioni turistiche brevi non ricadono nella competenza legislativa regionale in materia di strutture ricettive (diversamente da B&B, affittacamere, ecc.), ma in quella statale.

Social Housing/Edilizia convenzionata o Edilizia Residenziale Sociale

Si tratta di progetti che si collocano tra l’edilizia popolare e il mercato immobiliare libero destinati alla fascia di popolazione che non può accedere ai bandi ERP ma che non riesce ad acquistare o sostenere un canone d’affitto di un appartamento a prezzi di mercato. Il social housing è definito dal D.M. 22 aprile 2008.

Equo canone

Con la legge L.392 del 1978 si introdusse una calmierazione dei canoni di affitto: i contratti stipulati non potevano superare il cosiddetto “equo canone”, un valore stabilito sulla base di alcune caratteristiche dell’alloggio locato, come il tipo di immobile (rurale, ultrapopolare, popolare, economico, civile, signorile), il livello di piano, lo stato di conservazione, la zona della città, l'accesso o meno al trasporto pubblico locale, le dimensioni della città. La legge fu abrogata nel 1998 e da allora i canoni di affitto privati sono completamente sottoposti al mercato.

5 February 2021

Finanziamenti e interventi sul patrimonio abitativo di proprietà comunale, 2010–2019

Introduzione

Il Comune di Venezia è proprietario di 5.315 abitazioni di Edilizia residenziale pubblica (ERP): 2.515 (il 47,3%) nella Venezia insulare, 2.800 (il 52,7%) nella Terraferma veneziana (dati 2018). Altre 184 abitazioni di proprietà sono ubicate in altri comuni. Una parte considerevole di questo patrimonio è molto datato e poco meno di un migliaio di abitazioni risultano sfitte, in gran parte perché in condizione di degrado (nel 2018 si contano 937 abitazioni sfitte: secondo una nostra elaborazione su dati Comune di Venezia-Amministrazione trasparente: il numero degli alloggi sfitti è stato ricavato per differenza tra alloggi gestiti dal Comune e alloggi affittati). La manutenzione del patrimonio e la rimessa a reddito degli alloggi vuoti sono quindi essenziali per garantire adeguate condizioni fisico-funzionali delle abitazioni e degli edifici e per massimizzare il tasso di occupazione del patrimonio abitativo. Obiettivo di questo lavoro è, per l’appunto, la ricostruzione dell’entità dei finanziamenti comunali per la manutenzione, il recupero e la ristrutturazione edilizia del proprio patrimonio e degli interventi ultimati nel decennio 2010–2019.

L’analisi è stata condotta utilizzando due fonti informative:

1) i finanziamenti stanziati annualmente dal Comune di Venezia, ricostruibili dall’Elenco annuale dei lavori, allegato al Rendiconto dell’esercizio finanziario, che riporta la tipologia e una breve descrizione dell’intervento, la sua localizzazione, l’importo del lavoro finanziato (la fonte di finanziamento (bilancio del Comune, statale, …) assente nell’elenco annuale, è stata recuperata dal Piano triennale degli investimenti per l’esercizio finanziario, allegato al Bilancio di previsione, utilizzando come aggancio il “codice intervento”, comune ai due elenchi);

2) gli interventi sul patrimonio residenziale comunale ultimati annualmente da Insula spa, braccio operativo del Comune di Venezia nella realizzazione di opere e infrastrutture di manutenzione urbana ed edilizia. La fonte utilizzata è il Bilancio d’esercizio al 31 dicembre di ogni anno, in particolare la sezione Residenza pubblica. I dati relativi ai singoli interventi, al loro finanziamento, alla data di inizio e di fine lavori sono stati negli anni riportati in modo disomogeneo e in alcuni esercizi risultano assenti. Queste lacune di documentazione hanno consigliato di limitare l’analisi alla tabella utilizzata da Insula per sintetizzare negli anni gli interventi conclusi, attraverso la quale abbiamo ricostruito l’andamento decennale dell’attività manutentiva. Informazioni di tipo qualitativo le abbiamo estrapolate dalla Relazione agli azionisti redatta in occasione del Bilancio, che aiuta a ricostruire i risultati raggiunti e le difficoltà affrontate dall’azienda.

1. GLI INVESTIMENTI NELL’EDILIZIA RESIDENZIALE COMUNALE

1.1 Entità e localizzazione dei finanziamenti per l’edilizia abitativa comunale

Nel decennio 2010–2019 il Comune di Venezia ha stanziato 43,5 milioni di euro per interventi di manutenzione, recupero e ristrutturazione edilizia del patrimonio residenziale di sua proprietà. La distribuzione territoriale dei finanziamenti stanziati è sostanzialmente in linea con la localizzazione del patrimonio abitativo di proprietà comunale.

Grafico 1. Comune di Venezia, finanziamenti nell’edilizia residenziale per zona territoriale, 2010–2019

1.2 La tipologia di intervento

La quota più consistente di investimenti è destinata alla manutenzione ordinaria. Dei circa 20 milioni di euro stanziati per questa tipologia, 17 milioni sono stati investiti nella Terraferma veneziana; nella Città insulare prevalgono invece gli investimenti in lavori di maggiore impegno finanziario e complessità, data la maggiore vetustà e obsolescenza del patrimonio qui localizzato: alla manutenzione straordinaria sono destinati 5,5 dei 7,1 milioni di euro stanziati complessivamente; al recupero edilizio 6,8 milioni su un totale di 9,7; alla ristrutturazione edilizia la totalità dei finanziamenti, pari a 6,5 milioni di euro. I 150.000 euro assegnati alla demolizione, sono finalizzati all’abbattimento dell’ultimo edificio delle “Vaschette”, a Marghera.

Grafico 2. Comune di Venezia, finanziamenti nell’edilizia residenziale per tipologia di intervento, 2010–2019
Grafico 3. Comune di Venezia, finanziamenti per tipologia di intervento e zona, 2010–2019

1.3 Le fonti di finanziamento

Le fonti di finanziamento utilizzate per gli interventi vedono al primo posto i trasferimenti dello Stato, che pesano per circa il 61% sui finanziamenti totali, ai quali sono da aggiungere, negli ultimi anni, quelli provenienti dall’Unione Europea, per un ulteriore 10%. Gli stanziamenti da bilancio comunale coprono il restante 29% dei finanziamenti. Questa distribuzione varia notevolmente se analizzata per zona: nella Città insulare i finanziamenti statali (in gran parte erogati nell’ambito della Legge Speciale per Venezia) rappresentano il 78% dei finanziamenti totali e il contributo del bilancio comunale si attesta al 13%; in Terraferma invece, dal bilancio comunale proviene circa il 44% degli stanziamenti complessivi; la parte maggiore dei finanziamenti stanziati derivano comunque da trasferimenti statali o europei.

Tabella 1. Comune di Venezia, finanziamenti nell’edilizia residenziale per zona territoriale e fonte di finanziamento, 2010–2019
Grafico 4. Comune di Venezia, finanziamenti nell’edilizia residenziale per zona territoriale e fonte di finanziamento, 2009–2019 (valori percentuali)

1.4 La distribuzione annua dei finanziamenti e la loro destinazione

Nel periodo esaminato, la distribuzione dei finanziamenti è molto squilibrata, sia temporalmente che territorialmente. Gli investimenti più consistenti si registrano nel 2017 e nel 2019 e, come vedremo più avanti, sono in larga misura dipendenti dall’erogazione di finanziamenti statali per interventi da avviare nella Venezia insulare. Analoghe considerazioni valgono per la Terraferma veneziana: rispetto a una media annua di finanziamenti di poco superiore ai 2 milioni di euro, i valori maggiori, anche in questo caso, si registrano negli anni nei quali il Comune ha usufruito di finanziamenti statali ad hoc, in particolare per il progetto di recupero urbano “Marghera porta sud”, mentre gli stanziamenti da bilancio comunale si mantengono, in tutto il periodo, a livelli molto contenuti. In alcuni anni invece, i finanziamenti per la residenza si collocano a livelli infimi (nel 2012, 580.000 euro) o addirittura, nel 2014, vengono azzerati. In quest’anno il Comune è amministrato dal Commissario straordinario, che riduce drasticamente gli investimenti dell’Amministrazione in generale, e si limita a finanziare in gran parte interventi di manutenzione ordinaria, o comunque di importo contenuto.

Grafico 5. Distribuzione annuale dei finanziamenti nell’edilizia residenziale
Grafico 6. Distribuzione annuale dei finanziamenti nell’edilizia residenziale, per zona territoriale

I finanziamenti stanziati dal bilancio comunale rappresentano dunque una quota piuttosto modesta degli investimenti nell’edilizia residenziale comunale, pari a 1,2 milioni di euro in media ogni anno. Circa il 44% di questi finanziamenti si concentrano nel biennio 2010–11; si tratta di risorse ricavate prevalentemente dall’indebitamento presso Istituti bancari. Negli anni successivi non superano il milione di euro l’anno (con l’eccezione del 2018, con 2,3 milioni) recuperati, oltre che dalle entrate correnti, da alienazioni immobiliari, dai permessi a costruire e dagli avanzi di amministrazione. Questa riduzione dei finanziamenti è particolarmente grave nella Terraferma veneziana, in particolare tra il 2012 e il 2015: in questi anni Insula si trova in gravi difficoltà nell’ultimare gli interventi di manutenzione “diffusa” programmati, che infatti vengono ridotti o posticipati a causa delle poche risorse assegnate e dei ritardi nei tempi di erogazione dei finanziamenti.

Dal 2005, anche i finanziamenti della Legge Speciale per interventi finalizzati alla salvaguardia ed al recupero architettonico, urbanistico e socio-economico della Città insulare, nonché per preservarne la residenzialità, subiscono un drastico ridimensionamento, in gran parte fagocitati dalla realizzazione del Mose, che ha drenato le risorse prima destinate alla città:

“… dal 1993 al 2004 a Venezia arrivavano mediamente ogni anno 143 milioni. Poi tra il 2005 e il 2017 ne sono arrivati mediamente 18, anche se in certi anni sono arrivate poche centinaia di migliaia di euro”.

Così l’assessore al bilancio, Michele Zuin nella relazione al Consiglio comunale del 16.11.2020 (Cfr. l’articolo di Michele Fullin, Comune “pace” da 150 milioni l’anno, Il Gazzettino, 17.11.2020)

In particolare, nel decennio 2010–2019 nell’ambito della Legge Speciale sono stati erogati complessivamente al Comune di Venezia, per tutti i lavori di sua competenza, 195,5 milioni di euro, poco meno di 20 milioni in media l’anno. Conseguentemente, anche i finanziamenti destinati alla manutenzione e al recupero del patrimonio comunale subiscono una forte contrazione, attestandosi nel decennio su un totale di 10,4 milioni di euro, stanziati in modo molto discontinuo nel tempo: la Tab. 2 mostra come per anni — dal 2012 al 2015 — il finanziamento sia stato sostanzialmente azzerato e che la maggior quota dei finanziamenti, 6,5 milioni di euro, siano stati erogati solo alla fine del 2019.

Nel 2016 il Comune stanzia a bilancio 6,5 milioni di euro di un finanziamento statale, per la prosecuzione dell’intervento di recupero dell’area industriale dismessa delle Conterie di Murano, previsto dal programma complessivo degli interventi, finanziato per 34 milioni di Euro con il protocollo d’intesa del 1995 tra il Ministero dei lavori pubblici, la Regione Veneto e il Comune di Venezia. Il finanziamento è destinato alla ristrutturazione con cambio di destinazione d’uso — da produttivo a residenziale — di un edificio industriale dismesso. Nel 2012 la delibera di approvazione del progetto preliminare del Consiglio comunale prevedeva la realizzazione di 32 alloggi di Edilizia residenziale pubblica; nel 2016, con delibera della Giunta comunale la destinazione viene cambiata in 16 alloggi da dedicare a social housing e 2 locali destinati ad attività legate alla residenza. L’intervento si è concluso nel 2020.

Tabella 2. Distribuzione dei finanziamenti nell’edilizia residenziale nella Venezia insulare, per anno e fonte di finanziamento

Per conto suo, la zona sud di Marghera beneficia nel decennio di tre leggi di finanziamento statali, per complessivi 9,3 milioni di euro:

il Piano nazionale per le città 2012–2013 stanzia un contributo di 3,9 milioni di euro, finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e finalizzato al recupero e all’efficienza energetica dell’edilizia sociale abitativa. I finanziamenti rientrano nel programma urbano complesso di riqualificazione dell’area “Vaschette”, da attuarsi nel corso di dieci anni;

nel 2015 un Accordo di programma tra Ministero delle Infrastrutture e Regione del Veneto del 2011 e il successivo Protocollo d’intesa tra Regione del Veneto e Comune di Venezia, stanziano 2,9 milioni di euro per il recupero di 65 abitazioni sfitte nell’ambito del Piano nazionale di edilizia abitativa (avviato nel 2009);

nel 2017, con la L.80/2014, Programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, vengono assegnati al Comune di Venezia 2,8 milioni di euro. Gli interventi programmati, prevedono il ripristino e la manutenzione straordinaria di circa 40 alloggi vuoti per la successiva rimessa a reddito, anche mediante lavori di efficientamento energetico e messa in sicurezza delle componenti strutturali

Tabella 3. Distribuzione dei finanziamenti per l’edilizia residenziale nella Terraferma veneziana, per anno e fonte di finanziamento

Infine, tra il 2017 e il 2019 il Comune di Venezia, attraverso il Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane 2014–2020” (PON Metro), adottato dalla Commissione europea nel 7 2015, ottiene 4,3 milioni di euro con i quali finanzia interventi di recupero di alloggi liberi ERP e non ERP localizzati sia nella Venezia insulare che in Terraferma (Nel Piano triennale degli investimenti per l’esercizio finanziario 2019–2021 è posta a bilancio, nel 2020, un’ulteriore tranche del finanziamento, pari a 1,4 milioni di euro).

Il PON Metro è un programma dedicato allo sviluppo urbano sostenibile nei contesti metropolitani e alla promozione dell’inclusione sociale per le popolazioni più fragili. Una delle azioni finanziate dal programma è il “ripristino di alloggi pubblici”, da destinare al miglioramento delle condizioni sociali della parte di popolazione in situazioni di disagio o di emergenza abitativa, ma anche per rispondere al fabbisogno abitativo espresso da parte di famiglie e nuclei a reddito medio e medio basso. Secondo le previsioni del Comune, grazie a questi finanziamenti saranno recuperati e riassegnati almeno 150 alloggi vuoti.

2. GLI INTERVENTI ULTIMATI

Prendiamo ora in esame gli interventi manutentivi sul patrimonio abitativo realizzati tra il 2010 e il 2019 da Insula e finanziati dalle risorse erogate all’azienda dal Comune (va tenuto presente che gli stanziamenti comunali non si traducono automaticamente in erogazioni a Insula: il tempo che intercorre tra i due momenti è molto variabile e dipende dalla liquidità di cassa del Comune, dai vincoli imposti agli enti locali dal Patto di stabilità, dalla data di approvazione del bilancio di previsione, tutti elementi che possono rinviare la progettazione, l’appalto, i lavori programmati. Questa avvertenza è utile per chiarire l’apparente incongruenza negli anni tra stanziamenti di bilancio e interventi eseguiti).

Insula classifica gli interventi di manutenzione in tre categorie:

a. manutenzione diffusa. Interventi urgenti o comunque indifferibili nel tempo, il più delle volte eseguiti su guasti segnalati dall’utenza, o volti a ripristinare condizioni minime di sicurezza delle abitazioni e degli edifici. La manutenzione diffusa, fatta di lavori di modesta entità finanziaria, è di gran lunga la tipologia di intervento più praticata da Insula, con oltre 5.000 lavori realizzati nel decennio, suddivisi in parti uguali tra Venezia insulare e Terraferma veneziana (secondo i dati del 2017, l’unico anno in cui gli interventi, suddivisi per tipologia, sono messi in relazione con i rispettivi costi, una media di circa 2.000 euro a intervento);

b. manutenzione programmata. Le manutenzioni programmate, sono approvate dall’assessorato competente in materia di politiche per la residenza, a seguito delle segnalazioni degli inquilini e su indicazione dell’ufficio Manutenzioni edilizia residenziale, in funzione dell’urgenza e della necessità di realizzare i lavori in più unità abitative, compatibilmente con i finanziamenti disponibili. Il ricorso a questa tipologia di intervento è limitato: 22 interventi, dei quali 21 localizzati in Terraferma;

c. rimessa a reddito. Interventi necessari per una successiva assegnazione su alloggi che vengono restituiti a fine locazione all’amministrazione comunale. Possono essere interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, di restauro o di ristrutturazione edilizia. Il costo di una rimessa a reddito è quindi molto variabile: l’intervento può riguardare la sostituzione della caldaia e la verifica degli impianti, ma anche le modifiche al distributivo interno o il frazionamento di alloggi di ampie dimensioni in più unità abitative. Le abitazioni vuote rimesse a reddito nel periodo sono 841, 407 nella Venezia insulare e 434 in Terraferma.

Tabella 4. Interventi di manutenzione diffusa e di rimessa a reddito, 2010–2019

2.1 La distribuzione degli interventi per anno

Come evidenziato dai grafici sotto riportati, il decennio 2010–2019 è caratterizzato da notevoli sbalzi annuali nei lavori eseguiti da Insula, sia per quanto riguarda le rimesse a reddito, che per gli interventi di manutenzione diffusa.

Grafico 7. Rimesse a reddito per anno e zona territoriale
Grafico 8. Interventi di manutenzione diffusa per anno e zona territoriale

Il periodo si può suddividere in due intervalli temporali, 2010–2015 e 2016–2019, individuati in base alla dimensione dei finanziamenti disponibili e alla loro provenienza, alla regolarità nell’erogazione delle risorse stanziate e, conseguentemente, all’entità dei lavori realizzati dalla società.

Gli anni tra il 2010 e il 2015 sono caratterizzati da una grave penuria di finanziamenti che costringe Insula a ridurre gli interventi, a rinviarli, quando non a sospenderli. Sono gli anni del “Patto di stabilità”, che provoca una netta riduzione dei trasferimenti statali e una forte contrazione di risorse finanziarie stanziate dal bilancio comunale. Se nel 2010 gli interventi portati a conclusione usufruiscono dei finanziamenti di Legge Speciale e di bilancio comunale risalenti ad anni precedenti, già nel 2011 la situazione finanziaria della società si fa molto critica.

L’amministrazione comunale rende disponibili le risorse destinate agli interventi solo a fine anno, dopo l’approvazione dell’assestamento di bilancio, rimandando di fatto gli interventi al 2012. L’attività di Insula si limita quindi a intervenire sulle situazioni più gravi utilizzando gli avanzi di bilancio, riducendo notevolmente anche le attività di rimessa a reddito degli alloggi vuoti, in totale 31, contro una media di 100 degli anni precedenti. Ecco come nella Relazione agli azionisti del bilancio 2014 è sintetizzata la situazione di quegli anni:

Svolta con continuità negli anni precedenti, tale attività [la manutenzione del patrimonio abitativo. Ndr] nel 2011 — visto il ritardato e ridotto finanziamento — era proseguita attingendo ai limitati residui, concentrandosi esclusivamente sulla risoluzione delle situazioni di estrema urgenza e con una forte riduzione di interventi per la rimessa a reddito degli alloggi. Nel secondo quadrimestre del 2012, l’attività sembrava poter riprendere in maniera strutturata, ma a maggio 2013 le difficoltà del bilancio comunale hanno portato nuovamente a una riduzione dei finanziamenti dedicati

Nel 2014 l’amministrazione comunale azzera i finanziamenti a Insula per la manutenzione delle abitazioni comunali; nel 2015 assegna alla società solo 1 milione di euro (nel mese di ottobre) per la manutenzione diffusa nella Terraferma, finanziamento che si esaurisce nel mese di maggio dell’anno successivo. Per garantire almeno gli interventi urgenti e improrogabili e viste le numerose segnalazioni degli inquilini, Insula nel 2014 e nel 2015 è costretta ad anticipare 1 milione di euro per far fronte agli interventi di somma urgenza. In questi due anni nella Terraferma veneziana c’è un crollo delle rimesse a reddito, che si riducono a 14 abitazioni nel 2014 e a nessuna nel 2015.

Negli stessi anni a Venezia insulare le manutenzioni sono garantite dall’erogazione nel 2013 di 3 milioni di euro stanziati dalla Legge speciale, che di fatto coprono gli interventi fino al 2015 in assenza di ulteriori successivi finanziamenti e che consentono la rimessa a reddito di un numero limitato di abitazioni (130 in tre anni).

Tra il 2016 e il 2019 i lavori ultimati da Insula subiscono un’accelerazione, soprattutto per quanto riguarda le abitazioni vuote rese disponibili per nuova assegnazione: la media annua del periodo è pari a 111 rimesse a reddito, contro le 66 del periodo precedente. Questo incremento è dovuto interamente a lavori ultimati nella Terraferma veneziana, più che triplicati, mentre nella Venezia insulare si registra un lieve calo (da 43 a 37). Anche per gli interventi urgenti o su guasto si registrano andamenti difformi a livello territoriale, con un lieve aumento nella Terraferma, e una riduzione a Venezia e nelle isole.

Tabella 5. Media annua degli interventi di rimessa a reddito e di manutenzione diffusa per periodo e zona

Il consistente aumento dei lavori ultimati è imputabile pressoché integralmente alla realizzazione di lavori avviati negli anni precedenti, alla ripresa e a una maggiore continuità nei finanziamenti statali, ai quali si aggiungono, dal 2017, i finanziamenti stanziati dall’Unione Europea attraverso il PON Metro. Inoltre, la cessazione dei vincoli imposti dal Patto di stabilità permette al Comune di erogare i finanziamenti con maggiore regolarità.

Così, per ricordare gli interventi più significativi, nel 2016 arriva a conclusione a Marghera il primo lotto di lavori finanziati dal Progetto Vaschette e vengono avviati i lavori per la manutenzione straordinaria di 65 abitazioni vuote coi fondi del Piano nazionale per l’edilizia abitativa. Sempre a Marghera, tra il 2017 e il 2018 sono rimessi a reddito 46 alloggi sfitti con i finanziamenti della L.80/2014.

I fondi del progetto PON Metro portano nel 2018 al ripristino di circa 90 alloggi vuoti, a Venezia insulare e in Terraferma. Nello stesso anno Insula avvia i lavori di ripristino di altri 80 alloggi.

Infine, nel 2018 Insula comincia a predisporre la progettazione, che prosegue nel 2019, degli interventi finanziati con 7,2 milioni di euro dalla Legge Speciale, per la rimessa a reddito di 168 alloggi sfitti a Venezia e nelle isole. Va tenuto presente che nel Piano degli interventi 2020–2022 non sono previsti altri finanziamenti di Legge Speciale, se non 900.000 euro annui per la manutenzione diffusa. Il finanziamento già stanziato sarà quindi presumibilmente l’unico nel quadriennio 2019- 2022.

Alcune considerazioni finali

- La riqualificazione del patrimonio abitativo di proprietà comunale dipende in larga misura dai contributi statali e europei, che peraltro sembrano perseguiti solo puntualmente, per sopperire a situazioni critiche, più che integrati in piani e programmi a medio o lungo termine. Il Comune si limita a presidiare — solo parzialmente — gli interventi di manutenzione diffusa nella Terraferma veneziana, lasciando che siano le erogazioni della Legge Speciale a sopperire alle necessità manutentive delle abitazioni nella Venezia insulare.

- I finanziamenti di Legge Speciale cioè, lungi dal costituire un finanziamento integrativo, in considerazione delle peculiari caratteristiche edilizie e urbane della Venezia insulare e a favorire la “rivitalizzazione socio economica” della città, rappresenta — ormai da decenni e non solo per l’edilizia residenziale — il bilancio ordinario degli investimenti, sostitutivi rispetto ai fondi di bilancio comunale.

- Nel bilancio del 2015, Insula segnala al Comune quale dovrebbe essere la dotazione finanziaria per poter attivare i lavori necessari a garantire una adeguata attività manutentiva del patrimonio:

Il fabbisogno annuale stimato, per l’esperienza maturata in anni di conduzione dell’attività, sarebbe di 2 milioni di euro per il centro storico e altrettanti per Mestre e terraferma ma negli ultimi anni i finanziamenti sono stati discontinui e assegnati con forti ritardi. Ciò ha creato pesanti ripercussioni sull’attività degli uffici e un elevato numero di richieste di interventi da parte degli inquilini.

All’importo indicato da Insula dovrebbe tendere l’amministrazione comunale negli stanziamenti annuali finanziati con risorse proprie, in modo da garantire continuità dei lavori almeno per gli interventi di manutenzione diffusa, lasciando ai finanziamenti statali e europei la copertura delle attività più onerose di recupero e rimessa a reddito delle abitazioni, o di ristrutturazione edilizia.

- Nel decennio Insula ha recuperato e reso disponibili per nuove assegnazioni 841 abitazioni vuote, tra Venezia insulare e la Terraferma, una quota pari al 15% del patrimonio di ERP gestito nel 2018. Questi interventi non hanno però ridotto la dimensione dello sfitto che, anzi, 11 è aumentato dai 606 alloggi nel 2013, ai 937 nel 2018. La progressiva riduzione degli alloggi sfitti può essere praticata solo attraverso un incremento delle risorse comunali, affiancate da continuativi programmi nazionali e europei ad hoc. Un passo importante in questa direzione è stato compiuto dall’Unione Europea attraverso il programma PON Metro.

- Gli alloggi comunali vuoti riassegnati in seguito a lavori di ripristino rappresentano, insieme a quelli — pochi — recuperati da Ater, la quasi totalità della dotazione disponibile per far fronte alla domanda abitativa espressa da famiglie a basso reddito. Nel 2019 le domande collocate utilmente nella graduatoria per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica sono state oltre 2.200. Se l’offerta pubblica continuasse, come nel decennio 20010–19, a mettere a disposizione in media poco più di un centinaio di abitazioni l’anno, i tempi per soddisfare le richieste diverrebbero biblici, e nel frattempo la domanda continuerebbe a riformarsi. Appare evidente che una risposta congrua al fabbisogno espresso necessiti di politiche che attivino tutti gli strumenti a disposizione dell’operatore pubblico, in modo integrato, coerente e complementare: contributi all’affitto per affrontare le situazioni emergenziali, contributi per il recupero del patrimonio privato, con vincoli di destinazione d’uso e incentivi fiscali per i proprietari e, di converso, norme — anche urbanistiche — che blocchino il proliferare di affittacamere e abitazioni turistiche.

- Ma, soprattutto, attraverso un incremento dell’offerta abitativa pubblica, che vada oltre il recupero degli alloggi sfitti, da realizzare non certo con l’ampliamento della nuova edificazione, ma all’interno di programmi di recupero di aree e edifici dismessi, con l’obiettivo di coniugare l’inclusione sociale con la riqualificazione urbana e ambientale di zone oggi abbandonate, riconsegnandole alla fruizione della città. È evidente che un’operazione ambiziosa di questa natura richieda l’investimento di risorse importanti, oggi non disponibili, ma che potrebbero concretizzarsi in tempi ravvicinati, qualora il rifinanziamento della Legge Speciale tornasse ai livelli del periodo precedente il 2005, intorno ai 150 milioni di euro l’anno, così come richiesto unanimemente dal Consiglio comunale nella seduta del 16.11.2020, ma anche attraverso un utilizzo mirato dei finanziamenti che deriveranno dal cosiddetto Recovery Fund per le infrastrutture sociali e la coesione territoriale.